21.09.2024 – LA MALATTIA RENALE CRONICA (CKD): UNA VERA EPIDEMIA

Id evento (se disponibile) 54- 422373/1 Data inizio 21 Settembre 2024 Dalle ore … alle ore ORE FORMATIVE

Id evento (se disponibile) 54- 422373/1
Data inizio 21 Settembre 2024
Dalle ore … alle ore ORE FORMATIVE NR.5
Sede Sala Congressi FRANCESCO I

Grand Hotel Vanvitelli Viale Carlo III – 81100 Caserta (CE)

 

Edizione 1
Destinatari (VEDI PAGINA ALLEGATA) MEDICO CHIRURGO (TUTTE LE DISCIPLINE) FARMACISTA INFERMIERE
Quota di iscrizione GRATUITO
N° Partecipanti 60
Obiettivi formativi e area

formativa

Obiettivo formativo: 3 – Documentazione clinica. Percorsi clinico-assistenziali diagnostici e riabilitativi, profili di assistenza – profili di cura

 

Numero crediti 5
Docente sostituto I Docenti che per problematiche sopraggiunte non possano relazionare saranno sostituiti dal Responsabile Scientifico o dai Docenti, da questo individuati, in grado di sostenere le tematiche attinenti alle relazioni.
Responsabile Scientifico GIUSEPPE IULIANIELLO
Conflitto di interesse resp. scientifico OK

 

PATROCINI ORDINE DEI MEDICI DI CE

PROGRAMMA

LA MALATTIA RENALE CRONICA (CKD): UNA VERA EPIDEMIA

Presso Sala Congressi FRANCESCO I Grand Hotel Vanvitelli Viale Carlo III – 81100 Caserta (CE)

21 Settembre 2024

 

Responsabile Scientifico Dott. Giuseppe Iulianiello, Direttore U.O. Nefrologia/Dialisi Presidio Ospedaliero Maddaloni-San Felice a Cancello

 

Obiettivo formativo: 3 – Documentazione clinica. Percorsi clinico-assistenziali diagnostici e riabilitativi, profili di assistenza – profili di cura

 

RAZIONALE

Fare sinergia tra il nefrologo il medico di medicina generale ed altri specialisti come diabetologi cardiologi e geriatri soprattutto, è fondamentale,  per fare prevenzione, rallentare e gestire l’evoluzione della CKD (malattia renalecronica)

 

La malattia renale cronica (CKD) è definita come “una condizione di alterata funzione renale che persiste per più di 3 mesi” ed è classificata in 5 stadi di crescente gravità. I dati epidemiologici derivati dalla National Health and Nutrition Examination Survey III (NHANES III) dimostrano che la CKD è una patologia molto diffusa nel mondo, con una prevalenza crescente nella popolazione generale. Si tratta di dati allarmanti che destano molta preoccupazione anche tra i Paesi dell’Unione Europea. Questo fenomeno è osservato uniformemente a livello mondiale e si stima che circa il 10% della popolazione sia dei paesi sviluppati sia di quelli in via di sviluppo sia affetto da MRC, nella maggior parte dei casi misconosciuta.

I motivi di questo incremento sono numerosi:

  • l’ invecchiamento della popolazione contribuisce a far emergere un numero crescente di soggetti con riduzione della funzione renale, anche solo come conseguenza fisiologica legata all’ “invecchiamento del rene” (ageing kidney)
  • l’aumentata prevalenza nella popolazione generale di condizioni cliniche caratterizzate da un elevato rischio di manifestare un danno renale, (quali il diabete mellito di tipo II, la sindrome metabolica, l’ipertensione arteriosa, l’obesità, la dislipidemia) e l’aumentata sopravvivenza dei pazienti
  • la maggiore attenzione che viene posta alla diagnosi di tale patologia, facilitata dalla disponibilità di strumenti diagnostici semplici, affidabili e di basso costo.

 

La CKD è una condizione clinica pericolosa per due motivi:

  1. può essere il preludio allo sviluppo dell’End Stage Renal Disease (ESRD), cioè lo stadio finale della malattia renale laddove la dialisi e il trapianto costituiscono i trattamenti di prima scelta
  2. amplifica il rischio di complicanze cardiovascolari (CV)

 

Sempre maggiori sono inoltre le evidenze della stretta correlazione fra la MRC anche nei suoi stadi più iniziali e la comparsa di eventi cardiovascolari. Il paziente con CKD rappresenta infatti un paziente ad alto/altissimo rischio CV nel corso naturale della malattia. Questo sfavorevole profilo di rischio è giustificato dalla contemporanea presenza di fattori di rischio CV “tradizionali” (ipertensione arteriosa, dislipidemia, diabete mellito di tipo II etc…), che costituiscono di per sé causa frequente di CKD, fattori di rischio CV “peculiari”, più caratteristici del paziente con CKD (disfunzione endoteliale, aumentato stress ossidativo, infiammazione cronica, calcificazioni vascolari, etc…). La CKD pertanto diviene un fattore di comorbidità rilevante, per molteplici condizioni cliniche ad alta prevalenza nella popolazione generale ed è un marcatore e amplificatore di un rischio ben più ampio di quello tradizionalmente nefrologico legato alla progressione della CKD. L’evoluzione verso stadi sempre più avanzati e in particolare l’inizio della terapia sostitutiva (con tutte le problematiche legate ai costi ed alla complessità organizzativa della terapia dialitica e del trapianto renale) non è infatti un percorso obbligato ed ineluttabile: una parte dei pazienti vanno incontro molto prima ad eventi fatali per complicanze legate all’età, alle comorbidità, soprattutto CV, e non raggiunge l’ESRD. In ogni caso, i pazienti in uno stadio di CKD tra 4 e 5 presentano un rischio di mortalità per patologie cardiovascolari di 2-4 volte superiore a quello della popolazione generale, mentre pazienti con malattia renale all’ultimo stadio hanno un rischio fino a 20 volte superiore.

La CKD è, inoltre, molto comune nelle persone con patologie infettive e neoplastiche ed amplifica il rischio di eventi avversi ed i conseguenti costi.

E’ stato dimostrato che la diagnosi precoce ed una corretta terapia possano prevenire e/o ritardare la progressione della malattia renale verso l’ESRD.

Inoltre programmi di sorveglianza continuativa permettono di individuare marcatori clinici e biologici che possono far prevedere la velocità di progressione della CKD sulla popolazione dei pazienti con CKD. L’alta prevalenza della malattia renale cronica, il suo contributo al rischio cardiovascolare e ad altre malattie e le sue implicazioni economiche sono ancora in gran parte trascurate dai governi e dalle autorità sanitarie e del tutto ignorate dalla popolazione generale. Infatti la prevenzione della CKD può contribuire a controllare l’onere derivante dalle malattie cardiovascolari, che incidono in maniera significativa sulla mortalità per patologie croniche.

 

 

 

PROGRAMMA

 

ORE 8:30 Registrazione Partecipanti

 

ORE 8:45 Saluti

Direttore Sanitario ASL Caserta Saverio Misso

Direttore Sanitario P.O. Maddaloni – San Felice Ciro Stavolo

 

Introduzione ai lavori Giuseppe Iulianiello

 

 

SESSIONE I

 

9:15 Epidemiologia, clinica e complicanze della CKD Luca De Nicola

9:45 La tossicità uremica Alessandra Perna

 

 

SESSIONE II

 

10:15 L’Anemia: dalla terapia con ESA e ferro agli HIFs. Roberto Minutolo

10:45 L’ipertensione: causa di CKD e sua conseguenza Silvio Borrelli

 

11: 15 Coffè break

 

SESSIONE III

Il ruolo del nefrologo nella prevenzione e trattamento della malattia renale cronica:

 

11:30 La Terapia Nutrizionale Vincenzo Bellizzi

 

 

Nuovi orizzonti terapeutici per il nefrologo:

 

 

12:00 SGLT2-I  Francesco Trepiccione

12:30 GLP1-RA Carmela Ferrara

13:00 Finerenone Pietro Iulianiello

SESSIONE IV

 

13:30 Approccio multidisciplinare alla CKD. Sinergia tra Nefrologo, medico di medicina generale  ed altri specialisti

Agostino Greco

Andrea Del Buono   

Gelsomina Giordano

Carmine Crisci          

Giovanni Moniello    

 

Take a message Luca De Nicola

 

14:30 Chiusura Lavori, questionario finale e di gradimento

 

Lunch